
Un giorno, anche noi saremo antenati per qualcuno. Come appariremo alle persone del futuro? Forse sembreremo buffi, forse superati. Ci ringrazieranno? Oppure giudicheranno male le nostre azioni?
Queste domande possono sembrare bizzarre. Innanzitutto, perché viviamo in una società che ha abolito la morte. Non si parla più in modo serio del fatto che siamo destinati tutti a morire prima o poi e quindi ci è difficile immaginare che cosa succederà quando non ci saremo più. Dall’altra parte, non siamo più abituati a ragionare in una prospettiva di lungo termine.
Su tali quesiti, Roman Krznaric ha scritto il libro “Come essere un buon antenato”. Filosofo dell’Università di Oxford, Krznaric è sensibile al tema dei cambiamenti climatici ed esprime l’urgenza di pianificare il mondo che daremo alle future generazioni.
Di fronte a eventi estremi e temperature record, possiamo chiederci se avremo una lunga catena di discendenza. L’azione umana sta distruggendo ecosistemi di vitale importanza per la nostra sopravvivenza. Inoltre, il cambiamento climatico, conseguenza dell’emissione di CO₂ nell’atmosfera, sta innalzando le temperature e rendendo gli ambienti sempre più ostili per gli abitanti della Terra.
Il mondo sta mutando e l’essere umano sembra impreparato a questo cambiamento, anzi, perlopiù lo rifiuta e vuole ostinatamente continuare a inquinare con i soliti mezzi di sempre. Saranno le generazioni più giovani a vedere le peggiori conseguenze delle nostre scelte. Come sottolinea Krznaric, i nostri discendenti esisteranno senza aver deciso dove vivere e quando vivere. In nome dell’amore che nutriamo verso i nostri figli, possiamo prenderci cura del Pianeta anche per loro.
Da dove deriva la nostra cecità? Secondo Krznaric, l’essere umano (in particolare, quello definito “civilizzato”) è immerso in una visione del tempo molto ristretta, il pensiero a breve termine. Pensa a guadagni immediati, pianifica la sua vita sui mesi o al massimo pochi anni, è individualista ed è disconnesso sia dalla natura sia dall’idea di continuità generazionale. Ma c’è un altro modo di pensare, ovvero il pensiero a lungo termine, il quale ci può guidare verso un futuro più giusto e renderci dei buoni antenati.
Esploriamo le due modalità di pensiero per come sono espresse nel libro “Come essere un buon antenato”.
LE CRITICITA’ DEL PENSIERO A BREVE TERMINE
TIRANNIA DELL’OROLOGIO: nel pensiero a breve termine, l‘orologio detta le nostre giornate. Prima dell’invenzione dell’orologio prevaleva una visione ciclica del tempo, in armonia con la natura. Gli umani si muovevano nel mondo seguendo il susseguirsi di luce e buio e l’alternarsi delle stagioni. L’orologio meccanico prende piede in Europa nel 1300 e, da quel momento, tutto inizia a girare intorno a quello strumento. L’orologio ci dice quando dormire, mangiare, lavorare e scandisce appuntamenti, visite, impegni. La visione circolare lascia spazio a una visione lineare del tempo, costituita appunto da una linea da frazionare sempre di più: ore, minuti, secondi. Le scadenze prendono il controllo della vita dei lavoratori. Bisogna essere veloci, efficaci, performanti.

DISTRAZIONE DIGITALE: il nostro cervello cerca continuamente gratificazioni nell’immediato presente e la nostra attenzione è diventata un bene di guadagno per le grandi aziende tecnologiche. La nostra soglia di attenzione, continuamente sollecitata dagli smartphone, è calata drasticamente negli ultimi 20 anni, arrivando a 8 secondi. Vogliamo essere sempre stimolati e ci annoiamo facilmente. Viviamo nel flusso di infotaiment, ovvero un misto di informazione e intrattenimento virtuale. Per tenerci attaccati agli schermi, le società sanno cosa fare: usano video brevi, colori accesi delle app, canzoni, notifiche continue.
PRESENTISMO POLITICO: la visione dei politici si restringe alle elezioni, agli ultimi sondaggi e ai temi di tendenza per manipolare le emozioni del pubblico. A nessun politico di oggi interessa pianificare qualcosa che durerà nel tempo o che farà vedere i frutti degli anni, perché non ci guadagnerebbe a livello di reputazione, anzi, potrebbe prendersene il merito un partito di opposizione. Dimentichiamoci del servizio alla collettività, questo è individualismo puro. Il meccanismo di presentismo politico include anche l’uso dei social media. Krznaric sostiene che i politici debbano sempre dire la loro opinione in una costante battaglia reputazionale, scatenando le reazioni dei loro sostenitori.
INCERTEZZA: guerre, crisi economiche, pandemie, ascesa tecnologica, migrazioni. Se centinaia di anni fa i cambiamenti avvenivano lentamente, il secolo precedente e quello attuale stanno seguendo una tendenza diversa. Nel nostro mondo è difficile sapere come cambierà la società in cinquant’anni, e quali svolte politiche, economiche e sociali ci saranno. Questo genera disagio, specialmente nelle nuove generazioni.
PROGRESSO PERPETUO: dalla rivoluzione industriale, il progresso ha continuato a crescere, tanto che crediamo ancora oggi che sia una certezza infinita. Tuttavia, abbiamo bisogno delle risorse della Terra per produrre ricchezza, così saccheggiamo il nostro pianeta, inquinandolo e mettendo a repentaglio la nostra stessa esistenza. Il consumismo, sostiene Krznaric, non può andare avanti all’infinito se le risorse della Terra sono finite e hanno bisogno di tempo per rigenerarsi. La nostra produzione è più veloce dei ritmi naturali e questo genera aria inquinata, fiumi e mari avvelenati, foreste rase al suolo, specie estinte: questo è ciò che restituiremo ai nostri discendenti, se non perfezioniamo la rotta.
LE POTENZIALITA’ DEL PENSIERO A LUNGO TERMINE
Il pensiero a lungo termine è una qualità umana preziosa ed è ciò che ci ha permesso di costruire le grandi civiltà. Vediamo le caratteristiche più importanti:
UMILTA’ NEI CONFRONTI DEL TEMPO PROFONDO: si prova umiltà quando si è consapevoli di essere inseriti in una catena temporale così vasta da essere difficilmente afferrabile. La nostra esistenza è granello di sabbia rispetto a quello che c’è stato e a quello che verrà; non solo nell’universo, ma anche nella stessa Terra. Le vite umane vanno e vengono.
LA MENTALITA’ DEL LASCITO: Che lascito daremo ai nostri nipoti e ai nostri pronipoti? Che antenati saremo? Doneremo leggi giuste e diritti equi? Forniremo delle tecnologie etiche? Avremo sconfitto la guerra, la fame, le malattie? Avremo imparato qualcosa di importante da tramandare? Legato a questo concetto, Krznaric tratta anche il pensiero delle cattedrali, ovvero dare vita a qualcosa di importante sapendo che non si vivrà abbastanza per vederlo realizzato, come le maestose cattedrali venivano realizzate con tanta cura nei decenni.

GIUSTIZIA INTERGENERAZIONALE: la giustizia intergenerazionale ci fa chiedere se quello che stiamo facendo o stiamo appoggiando politicamente sarà di beneficio anche a chi verrà dopo di noi. Si tratta di riflettere su come possiamo includere la loro voce silenziosa nelle nostre azioni politiche, sociali ed economiche. Il principio di fondo è “tratta le generazioni future come vorresti ti avessero trattato le generazioni passate”. Roman Krznaric è rimasto in particolare colpito dal concetto della settima generazione. Diversi gruppi di nativi americani usano questo metodo per prendere decisioni: si chiedono quale sarà l’impatto delle loro azioni sulla loro settima generazione, in quanto si sentono intimamente collegati a loro e alla natura.
PREVISIONE OLISTICA: Kznaric la definisce come “immaginare molteplici percorsi per la civiltà, accogliendo l’incertezza”. Possiamo continuare con il business as usual, finché le risorse iniziano a scarseggiare, inasprendo i conflitti del mondo; oppure, possiamo considerare questa situazione come un’opportunità di trasformazione. Tuttavia, la seconda scelta presuppone un cambio radicale dei valori alla base della società, mettendo al primo posto l’ambiente e le generazioni a venire. Solo abbracciando il cambiamento, possiamo trasformarlo da uno spauracchio a una forza.
OBIETTIVO TRASCENDENTE: I filosofi, dall’antichità alla modernità, hanno capito l’importanza di avere uno scopo che trascenda noi stessi, perché ci aiuta a vivere meglio. Come dice Krznaric, un obiettivo trascendente diventa “una bussola per i nostri pensieri e le nostre azioni che ci aiuta a scegliere nel mare delle possibilità”. Tra le visioni che possono sostenere questo obiettivo, Krznaric propende per la prosperità per tutto il pianeta: la soddisfazione dei bisogni delle persone nel presente, rispettando le risorse affinché il pianeta possa continuare a prosperare.
CONCLUSIONI
Come una ghianda che richiede tempo per diventare una bellissima quercia, ci vuole tempo per creare le cose più belle. Roman Krznaric ci chiede di ricucire la frattura tra passato, presente e futuro. Possiamo essere grati per il passato, vivere il presente con gioia e gettare semi per le generazioni future, affinché la catena intergenerazionale continui nella prosperità.
L’Italia ha un declino nella natalità e la famiglia è al centro dei dibattiti politici. Procreare, se si desidera dei figli, è un atto meraviglioso, ma che mondo vogliamo lasciare a loro? Quale mondo vorremmo che ci fosse lasciato, se potessimo nascere adesso? Se mettiamo al mondo qualcuno, abbiamo una grande responsabilità e non possiamo lasciargli un mondo devastato da odio e inquinamento.
Se siamo persone civili, non lasceremmo mai una stanza completamente lercia dopo il nostro passaggio, così non possiamo abbandonare il pianeta in condizioni schifose per chi entrerà dopo nel mondo.
L’ottica generazionale ci mette di fronte alla nostra finitezza. Dopo la nostra morte, ci saranno tanti individui che vorranno vivere esattamente come lo abbiamo voluto noi. Possiamo donargli tutto il meglio o tutto il peggio, la scelta è nostra.
BIBLIOGRAFIA:
Roman Krznaric, Come essere un buon antenato. Un antidoto al pensiero a breve termine, Edizioni Ambiente
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