Quanto pesano le parole?
A volte sono leggere, ci fanno volare donandoci una forza incredibile. A volte ci buttano giù e ce le ricordiamo per anni.
Una comunicazione gentile è una comunicazione in cui scegliamo di rivolgerci agli altri e a noi stessi, di persona o nella comunicazione online, con parole di valore. Essere gentili nelle parole presuppone un’intenzione benevola e una condizione di apertura verso l’altra persona. Allo stesso tempo, si fonda sulla volontà di essere trasparenti con gli altri e onesti sui nostri bisogni.
Tale atteggiamento si può coltivare come una pianta nel nostro cuore. Presuppone consapevolezza e scelta nell’esprimerci in un determinato modo, perché il modo in cui comunichiamo deriva dalle nostre abitudini e pertanto si può cambiare. Solo così potremo vivere meglio, e adesso vediamo il perché.
PERCHE’ LA GENTILEZZA CONVIENE
Forse quando eravate bambini, gli adulti vi dicevano che “bisogna essere gentili”.
Nella realtà, incontriamo tanti individui che si comportano con sgarbo e sono in competizione per arrivare alla cima. Chi ha successo, non è gentile. Sembra che la gentilezza sia parte di una favola buonista, qualcosa che viene insegnato per tenerti buono mentre gli altri si approfittano di te.
Ma non è così.
Sulla breve distanza, essere scortesi potrebbe sembrare la via per ottenere quello che si vuole. Sulla lunga distanza, però, non conviene.
Prima di capire come mai, definiamo la gentilezza. Come scrivono Daniel Lumera e Immaculata De Vivo in Biologia della Gentilezza, la gentilezza non va confusa con la buona educazione.
La buona educazione è un insieme di norme di rispetto che, per quanto utili alla convivenza civile, non ci dicono nulla su che cosa provi la persona quando le mette in pratica. La gentilezza è qualcosa di più profondo. Essa scaturisce da un sentire interiore, da un riconoscimento dell’altro nella sua unicità e dalla sua somiglianza a noi in quanto essere umano. La gentilezza è una scelta personale ed espressione della nostra libertà.
Un altro punto determinante è che essere gentili non vuol dire annullarsi al volere altrui. In primo luogo, la gentilezza è un moto d’animo non solo riservato agli altri, ma anche a noi stessi. Essere gentili con noi stessi aiuta a creare la serenità necessaria dentro di noi per essere gentili con gli altri.
Inoltre, essere gentili non significa non rispettare i propri confini. Noi possiamo esprimere i nostri bisogni, essere chiari nella comunicazione, dire che proviamo rabbia, ma farlo senza aggredire l’altro. Si può essere gentili con fermezza. Abbiamo il diritto di allontanarci da relazioni che non ci fanno stare bene, nel modo più compassionevole che troviamo, senza condannare l’altra persona, ma sapendo che è la cosa migliore per entrambi.
La gentilezza conviene a noi, conviene agli altri. La gentilezza semplifica la vita. In senso strettamente utilitario, conviene essere gentili piuttosto che arroganti, anche perché ci muoviamo costantemente dentro tantissime relazioni tra famiglia, lavoro, coppia e tempo libero. Persino sull’autobus!
La gentilezza parte da un presupposto: ogni essere umano, anche il più malvagio, desidera solo essere felice. Così come io desidero essere felice, anche la persona accanto a me lo desidera. E io posso con un gesto o una parola, alleggerire la sua giornata. Decido di donare ciò che mi piacerebbe ricevere.
La gentilezza rende felice chi la pratica. L’università di Oxford ha indagato l’effetto della gentilezza sulla felicità osservando un campione di 683 individui. I partecipanti alla ricerca dovevano praticare atti di gentilezza per una settimana, verso persone amiche e sconosciuti. Alla fine della settimana, il loro livello di felicità era aumentato e non vi era differenza nell’effetto prodotto da gesti compiuti verso estranei o amici.
Ma gli effetti positivi non finiscono qui. Ecco altri interessanti benefici per la persona che pratica la gentilezza:
- Riduzione dello stress
- Miglioramento del tono dell’umore
- Aumento dell’empatia e dell’autostima
- Senso di gratitudine
- Diminuzione del senso di isolamento
- Rafforzamento del sistema immunitario
- Abbassamento della pressione sanguigna
- Aumento della longevità
La scienza è ormai certa che la gentilezza genera salute. Ora che non abbiamo dubbi sul fatto che convenga effettivamente essere gentili, vediamo come possiamo incorporare un po’ di gentilezza nella nostra comunicazione quotidiana.
COMUNICAZIONE GENTILE
Il buddhismo ci offre un punto di partenza da cui riflettere in merito alla comunicazione gentile. Il buddhismo è una corrente spirituale con una forte componente pratica. Gli insegnamenti vertono sul coltivare comportamenti gentili verso se stessi, gli altri esseri e la Terra. Tra i comportamenti virtuosi, anche la parola ha la sua importanza.
Thich Nhat Hanh, monaco zen vietnamita, ha sintetizzato gli insegnamenti buddhisti nei 5 addestramenti alla consapevolezza. Ecco il passaggio sull’uso della parola:
Consapevole della sofferenza causata dal parlare senza attenzione e dall’incapacità di ascoltare gli altri, mi impegno a coltivare la parola amorevole e l’ascolto profondo allo scopo di portare gioia e la felicità agli altri e di alleviarne le sofferenze. Sapendo che le parole possono essere fonte di felicità o di sofferenza, mi impegno a cercare modi di parlare che rispecchino la verità, usando espressioni che ispirino fiducia in se stessi, gioia e speranza.
Non diffonderò notizie di cui non sono certo e non criticherò o condannerò cose di cui non sono sicuro. Mi asterrò dal pronunciare parole che possano causare divisione o discordia o che possano portare alla rottura in famiglia e nella comunità. Farò ogni sforzo per riconciliare e risolvere ogni conflitto, per quanto piccolo.
Thich Nhat Hanh, Spegni il fuoco della rabbia
Da questo passo possiamo cogliere dei punti essenziali:
- In primo luogo, è importante ascoltare per comunicare bene e con gentilezza
- Diffondere pettegolezzi su altre persone diffonde negatività e alimenta pregiudizi
- Lamentarsi è inutile, se non si agisce in seguito per cambiare una situazione o se non si sfrutta quel momento per cercare di capirla meglio
- Possiamo risolvere i nostri conflitti partendo da noi stessi e non aspettando che sia l’altro a fare il primo passo
- È utile promuovere belle storie, dare complimenti sinceri e incoraggiare chi ci sta intorno evidenziando le loro belle qualità
- Se non ho niente di utile da dire, taccio. Anche il silenzio è bello.
Prima di essere gentili con gli altri, possiamo partire da una domanda: come parliamo a noi stessi nei nostri pensieri? Ci condanniamo, ci critichiamo, ci diamo degli stupidi? Oppure siamo in grado di celebrare i nostri successi quotidiani? Ci incoraggiamo e ci consoliamo? Possiamo poi domandarci la stessa cosa su come parliamo agli altri e degli altri, cercando di notare quali parole ci vengono più spontanee.
QUANDO LA COMUNICAZIONE SI SCALDA: I CONFLITTI
Gestire i conflitti è un’abilità difficile, che si impara con l’esperienza. Non è semplice discutere con qualcuno, perché il nostro ego si sente in pericolo. Quando litighiamo, diciamo cose di cui poi spesso ci pentiamo, perché in preda alla rabbia.
Essere gentili non vuol dire evitare i conflitti, bensì gestirli nel modo più rispettoso per entrambe le parti. Ci sono delle accortezze che gli psicologi suggeriscono per non far degenerare le discussioni e trasformarle da azioni distruttive a discussioni costruttive.
- Restare sempre e solo focalizzati sul comportamento o sull’evento che ha generato la discussione. Evitare di esprimere un giudizio verso la persona (evitare il “tu sei + aggettivo”, o dire frasi come “sei sempre così…”). Questo evita l’attacco personale e rende chiaro che cosa ci ha ferito e che cosa si potrebbe cambiare attraverso una mediazione
- Esprimere come ci sentiamo in quel momento
Se non ce la sentiamo di litigare, chiediamo un momento di pausa per rimandare il conflitto. Forse abbiamo necessità di capire come ci sentiamo avendo ricevuto determinate parole. È importante prendersi cura di sé, fare un respiro e guardarsi dentro.
Ecco quali frasi possiamo usare:
- Mi sento___
- Ho difficoltà a capire come ti senti
- Mi accorgo che ho difficoltà nel mettere da parte i miei sentimenti
- Ho bisogno di una pausa
Chiedere all’altra persona come si sente è molto importante. Questo ci aiuta a comprenderla meglio. Inoltre, ricordiamo che la soluzione necessita una comprensione tra le due parti.
- Come ti senti?
- Puoi dirmi di più? / Dimmi di più, ho bisogno di capire
- Di cosa hai bisogno?
- Cosa possiamo fare per cambiare questa situazione?
Spesso e volentieri, quando qualcuno esprime una posizione che non è simile alla nostra, il nostro ego si sente minacciato e sentiamo l’istinto di aggredire l’altra persona. Desideriamo denigrarla solo perché appartiene a una categoria o a un determinato gruppo politico. Non ci piacciono le visioni alternative a quella che abbiamo costruito noi con fatica. Tuttavia, la realtà è fatta di visioni plurali e incontreremo migliaia di persone nella vita che non la pensano come noi.
Come dice Gianrico Carofiglio nel suo libro Della gentilezza e del coraggio, la persona gentile è anche una persona coraggiosa. Ascolta l’altro a mente aperta, non ha paura delle sue posizioni e non se la prende sul personale. Questo è il punto di partenza per una vera discussione. Oggi, invece, nei dibattiti sull’attualità e sui social media esiste una polarizzazione piuttosto sconfortante, che affonda le sue radici nel nostro bisogno (comune a tutti) di difendere il nostro piccolo recinto. Vediamo le differenze piuttosto che i punti di incontro nei discorsi degli altri.
Un antidoto a questo atteggiamento è la curiosità. Se c’è qualcosa che non abbiamo capito dell’altro, facciamoci tante domande.
- Perché quella persona ha reagito così?
- Cosa ha dentro?
- Cosa intendeva?
- Magari sono saltato/a subito alle conclusioni?
- Possiamo trovare un punto di incontro? Le nostre visioni hanno dei punti in comune?
- Le nostre visioni nascono da bisogni simili?
E ONLINE?
Internet è diventato parte della nostra vita. Persone da tutto il mondo scrivono fiumi di parole negli spazi virtuali e spesso non si tratta di espressioni gentili. Le persone litigano sul web, esprimono opinioni polarizzate, si insultano e si minacciano. Anche se espresse in un luogo virtuale, le parole su internet feriscono tanto quanto quelle espresse a voce.
Proprio per questo, nasce Parole Ostili, un progetto di sensibilizzazione contro la violenza delle parole, che ha redatto delle semplici linee guida per la gentilezza online.
Le linee guida formano il Manifesto della comunicazione non ostile. Di seguito, potete vedere i principi espressi.
Bastano poche regole per creare un ambiente agevole per tutti. Un luogo più sereno è un luogo dove anche noi possiamo sentirci accettati e al sicuro. La gentilezza è così: ci guadagnano gli altri, ci guadagniamo noi, prosperiamo come umanità.
BIBLIOGRAFIA
Gianrico Carofiglio, Della gentilezza e del coraggio. Breviario di politica e altre cose, Feltrinelli
Immaculata De Vivo e Daniel Lumera, Biologia della Gentilezza. Le 6 scelte quotidiane per salute, benessere e longevità, Mondadori
Thich Nhat Hanh, Spegni il fuoco della rabbia. Governare le emozioni, vivere il nirvana, Mondadori
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Ottimo articolo, un passo verso la comprensione reciproca tra gli esseri umani. Nei nostri tempi, purtroppo succede che i mezzi di comunicazione di massa sono orientati verso un unico modo di pensare, anzi se non la pensi come suggerito sei ignorante e magari anche qualcosa di peggio. Personalmente a me piace vivere come dice la dottrina Buddhista in armonia con con l’universo e ovviamente detesto la cattiva educazione e la scortesia. Odio le guerre che notoriamente non risolvo il problemi e distruggono miglia di esseri umani e con tonnellate di esplosioni e missili che volano a destra e manca determinano sicuramente un pericoloso inquinamenti dell’atmosfera.
Ciao Battista, le guerre sono spaventose e costituiscono un grande problema per l’umanità. Fanno male all’ambiente e anche a tutte le persone innocenti che vengono coinvolte. Se ci penso, divento molto triste. Posso solo sperare che ciascuno, nella propria vita, possa portare un po’ di pace e gioia.