Libri per godere al massimo del legame con la natura

Non sono tempi facili per l’Italia. L’estate del 2023 ha messo in ginocchio il nostro Paese. Le strade del Nord sono state devastate da forti tempeste e grandine, mentre nel Sud si sono scatenati terribili incendi. In un mondo che sta diventando sempre più caldo e instabile meteorologicamente a causa del cambiamento climatico, la prima immagine che mi è venuta in mente è la natura matrigna di Leopardi, una natura aspra e crudele, che mette in ginocchio i suoi abitanti. Ma, considerato che è stata l’umanità a inquinare sia l’aria che le acque, forse sarebbe meglio parlare di umanità figliastra.

Il legame con la natura è sempre stato uno dei cardini dell’umanità. La natura ci circonda. Anche noi umani siamo natura, in quanto parte delle specie animali, in particolare dei mammiferi. A volte, però, ce ne dimentichiamo e ci sentiamo superiori ad essa o addirittura distaccati. Vediamo la natura come un bacino di risorse da depredare. Eppure, se la natura non ci fosse, se non ci fossero le altre specie animali e le piante (che si stanno riducendo sempre di più) come potremmo sopravvivere?

Non solo dipendiamo dalle risorse naturali (il cibo, le fibre, le acque), ma la natura è anche in grado di farci stare bene a livello mentale. Negli ultimi anni, la psicologia ambientale ed architettonica si sta concentrando su come integrare elementi naturali negli spazi umani per generare benessere. Ad esempio, negli ospedali:

È stata variamente dimostrata che la sola presenza e accessibilità visiva di aree verdi ed elementi vegetali ha di indurre negli esseri umani diversi effetti benefici, tra i quali effetti di rilassamento e di recupero del benessere psicofisico, o di rigenerazione (restorativeness). Questi effetti sono stati riscontrati […] sia in termini di benefici percepibili consensualmente da osservatori esterni, sia in termini di benefici percepibili soggettivamente dall’individuo che fruisce delle aree verdi (es. Ulrich, 1984, 1995).

L’OSPEDALE DEL FUTURO. MODELLI PER UNA NUOVA SANITÀ a cura di Romano Del Nord, CSPE, Firenze (2008)

O negli uffici:

La vicinanza con la natura ‘ci fa stare bene’, nel tempo libero, ma anche in quello lavorativo. Luce naturale e viste sulla natura sono importanti in tutti i contesti, quindi anche nei luoghi di lavoro, e contribuiscono in modo significativo ad aumentare la soddisfazione lavorativa.
Impiegati con vista sul verde sono più resistenti agli stress e alle frustrazioni, più motivati, in forma fisica migliore, e, in generale, più soddisfatti. Aggiungere piante in un ufficio rappresenta un cliché, ma supportato dalla ricerca scientifica: le piante verdi aumentano la prestazione, innalzano l’umore e promuovono la creatività.

L’ambiente fisico del luogo di lavoro. L’analisi della Psicologia Ambientale, articolo di Francesca Pazzaglia e Leonardo Tizi in Persone&Conoscenze n.138 (2019)

Questo articolo nasce dall’esigenza di esplorare il tema dell’importanza della natura e del suo ruolo nel benessere umano, e lo farà attraverso quattro libri. Vediamo quindi come possiamo sentirci parte della Madre Terra e vivere in maniera più serena.

Ecopsicologia di Macella Danon

L’ecopsicologia è un approccio poco conosciuto, ma molto interessante. Di fronte a una crescita del malessere negli ambienti urbani, essa si propone di far ritrovare il benessere grazie alla natura e, al tempo stesso, spingere le persone a salvaguardarla. Più attuale che mai, è l’anello di congiunzione tra il nostro pianeta e il modo in cui ci sentiamo.

A partire dai contributi di psicologia, spiritualità, filosofia ed ecologia, Marcella Danon traccia il percorso che ha fatto nascere questo campo di studi nel 1989 e spiega le sue applicazioni pratiche in tutti i contesti della nostra vita.

Il principio di interconnessione tra le cose è stato espresso millenni fa dal buddhismo ed ora anche la civiltà occidentale lo sta riconoscendo. Secondo l’ecopsicologia, la realtà psichica si articola in una serie di sfere in relazione: la nostra identità è composta da diverse parti che devono integrarsi, noi ci dobbiamo relazionare con gli altri e la loro mente e, in maniera più grande ancora, le persone si relazionano con il pianeta. Se ognuno di questi aspetti viene curato, possiamo stare bene ed esprimere il nostro massimo potenziale. La cura di noi stessi passa anche attraverso la cura delle relazioni e la cura del pianeta. Si tratta di ampliare il nostro sguardo, abbracciando tutto ciò che ci circonda.

Non possiamo chiudere un occhio sugli stati di malessere che si stanno manifestando a livello globale a causa della distruzione del pianeta, basti pensare all’eco-ansia.

Su questa questione, il libro riporta un interessante punto di vista:

Sarah Conn, psicologa clinica di Cambridge, nota ecopsicologa, al convegno “Psicologia come se tutta la Terra fosse importante”, tenutosi all’Università di Harvard nel 1990, conclude il suo intervento affermando: “Il mondo è malato, ha bisogno di cure, sta parlando attraverso di noi, e parla più forte attraverso i più sensibili di noi”.

p. 222

Anche se molte persone possono trattare i disastri climatici con indifferenza, in realtà questi ultimi hanno un impatto a livello inconscio, in quanto vengono percepiti come una primitiva e potenziale minaccia alla sopravvivenza.

Credo che l’ecopsicologia sia molto utile a fornire una chiave per affrontare questioni attuali, allontanandosi da catastrofismi, ma sfruttando concetti di grande valore, come l’amore e la cura. Non possiamo infatti distruggere ciò che amiamo, secondo la Danon, parole che ricordano anche l’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, altra lettura consigliata per tutti gli aspiranti ambientalisti.

Esiste un percorso di formazione per diventare ecopsicologi, ma trovo che questo libro sia molto interessante anche per i non addetti ai lavori perché fa capire la necessità di questa visione di fronte ai cambiamenti climatici.

Inoltre, il libro propone spunti di riflessione e attività che possono essere praticate da ciascuno per rinforzare il legame con la natura (come esercizi sulle emozioni o di osservazione di piccole creature come gli insetti).

La lezione che possiamo trarre: possiamo approcciarci alla Terra e alle creature viventi con gentilezza e curiosità. La nartura può far risuonare il nostro mondo interiore e allargare la nostra capacità di amare.

Camminare di Henry David Thoreau

Thoreau era un pensatore controcorrente. Se una legge non gli sembrava giusta, si opponeva senza mezzi termini, tanto che si può considerare il padre della disobbedienza civile.

Filosofo statunitense dell’Ottocento, egli era animato da un vero e proprio amore la natura. Nell’opera Camminare si riferisce all’essere umano come abitatore della natura. Thoreau stesso si ritirò dalla società civile per trasferirsi in una capanna nel bosco presso il lago Concorde in Massachusetts dal 1845 al 1847. L’obiettivo era coltivare una vita semplice e da tale esperienza nacque la sua opera Walden ovvero Vita nei boschi .

Camminare contiene riflessioni in merito all’esplorazione della natura selvaggia. Thoreau esorta ad allontanarsi dalle strade fatte per essere percorse dai cavalli per cercare le sterpaglie e le paludi. Non c’è niente di più utile per l’uomo che partire verso orizzonti nuovi e meravigliosi, cogliere la sfida dell’avventura, tanto che questo breve saggio è una grande celebrazione della libertà. L’essere umano è fatto per stare all’aperto e le gambe sono fatte per camminare lontano. Non solo: nella natura i pensieri delle faccende quotidiane si dissolvono.

Nella natura, l’uomo trova se stesso, tanto che lo scrittore dice:

La natura, possiede, io ritengo, un magnetismo sottile in grado di guidarci nella giusta direzione, se a esso ci abbandoniamo.

p. 29, traduzione di Massimo Jevolella.

La lezione che possiamo trarre: prendiamoci un po’ di tempo nel corso della settimana per andare in un bosco o in sentieri con tanti alberi e proviamo a prendere una strada nuova, facendo attenzione a cosa incontriamo nel nostro cammino. Se ci sentiamo confusi o sovraccaricati dai compiti quotidiani o dal lavoro, una passeggiata in natura può aiutarci a creare spazio nella mente e ci aiuterà in seguito a mettere a posto le idee.

Il dono del silenzio di Thich Nhat Hanh

Thich Nhat Hanh è stato un monaco buddhista vientamita e una delle figure spirituali più importanti del nostro tempo, scomparso all’inizio 2022. In particolare, ha avvicinato alla meditazione molti occidentali.

Nelle librerie potete trovare moltissimi suoi libri, anche a tema ambientale, ma per questo articolo ho scelto Il dono del silenzio. Si tratta di un saggio breve, ma che contiene tutti i temi principali dell’autore. Essendo dotato di semplicità e un tono gentile, risulta piacevole da leggere.

Al centro dell’opera, troviamo la ricerca della felicità, dello star-bene, e il cui segreto sta nella coltivazione del silenzio. il silenzio è vissuto nella civiltà occidentale come opprimente, infatti, c’è chi non lo può sopportare. Siamo abituati ad essere sommersi di stimoli, tanto che nelle nostre città si parla non solo di inquinamento atmosferico, ma anche acustico.

Inoltre, spesso parliamo tanto per fare, senza badare a quello che stiamo dicendo. Creare dei momenti di silenzio può essere molto calmante, secondo lo scrittore vietnamita. Oltre al silenzio verbale, il libro dà spazio agli strumenti per giungere al silenzio della mente, ovvero liberare la mente da pensieri negativi e ripetitivi, con conseguente riduzione dell’ansia.

Rimanere in silenzio significa lasciare spazio ad altre cose, ossia, vivere nel momento presente. Significa prestare la giusta attenzione a ciò che circonda, lasciandolo entrare nel nostro cuore. Possiamo prestare attenzione a un fiore sul ciglio della strada oppure godere di una camminata o dei sapori del cibo che c’è nel nostro piatto. Essere consapevoli è importante perché ci aiuta a vedere veramente ciò che diamo per scontato e a provare gratitudine per il fatto che esistiamo e che la natura ci fornisce le risorse per vivere ogni giorno.

Thich Nhat Hanh scrive:

La bellezza ci chiama ogni giorno, ogni ora, ma raramente siamo nella posizione di ascoltare. La condizione essenziale per sentire il richiamo della bellezza e rispondervi è il silenzio.

p. 9, traduzione di Sara Caraffini.

Nel testo ci sono moltissimi riferimenti e metafore prese dalla natura. Il monaco ci invita a fare una selezione degli stimoli che ogni giorno assorbiamo, decidendo quali far entrare nella nostra vita e quali evitare perché superflui, se non dannosi.

La lezione che possiamo trarre: Il dono del silenzio è un buon canale per avvicinarsi alla meditazione e una prima spinta a coltivare una vita lenta e consapevole. Stimola la gratitudine nei confronti nella Madre Terra. Il silenzio si può praticare ovunque, ma, se lo farete in natura, concentrandovi su i suoni dei torrenti o delle foglie al vento, sarà ancora più magico.

Nature Tonic di Jocelyn De Kwant

Concludiamo con un libro adatto a tutte le età, Nature Tonic. Questo libro è un quadrerno di esercizi a tema naturale decorato con le illustrazioni di Clare Owen. Ci sono 365 spunti, tanti quanti i giorni dell’anno, per coltivare una relazione con il pianeta secondo diverse modalità creative: osservazione, disegno, pittura, colorazione, raccolta di materiale organico, tecniche di rilassamento.

La cosa bella di questo libro è che può aiutare un adulto a stemperare lo stress e riscoprire la propria parte infantile. Da piccoli siamo abituati a giocare all’aperto e a guardare ogni cosa con meraviglia. Giochiamo con la sabbia, le pietre, il fango, sviluppando la nostra immaginazione. Con Nature Tonic, lo possono fare tutti, tornando alle radici.

Lo consiglio a chi cerca un piacevole passatempo da svolgere ogni volta in cui ne sente la necessità. Ci sono diverse sezioni: attività notturne, acquatiche o urbane, o varianti secondo la stagione. Si può tranquillamente esplorare il volume scegliendo gli esercizi in base al momento e al piacere personale.

La lezione che possiamo trarre: il gioco non è solo per bambini. Ci sono tantissimi aspetti della natura che non conosciamo e che possiamo scoprire nel nostro tempo libero. La natura può allenare la nostra creatività e portarci bellezza e gioia.

Ora tocca a voi, cari lettori. Fatemi sapere quali attività svolgete in natura, se conoscevate questi libri e se ne avete altri da consigliare. Vi aspetto nei commenti.

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Pubblicato da Marianne Romani

Genovese, ma dal cuore metà danese e metà italiano. Fin da bambina, le narrazioni sono state la mia passione. Nel 2021 ho pubblicato la mia prima raccolta di poesie, “Sul ciglio di un desiderio”. Oltre alla scrittura, mi dedico alla sostenibilità, impegnandomi a diffondere una cultura di gentilezza e rispetto verso la natura.