Tornare alla natura: il corpo e i cicli

C’era una volta la natura, la culla della nostra specie. Nel corso della storia, gli esseri umani hanno iniziato a costruire strumenti, poi hanno scoperto l’agricoltura e sono diventati stabili. Millenni dopo, sempre più separati dalla natura, gli uomini dell’Occidente sono entrati nella rivoluzione industriale. Oggi viviamo in un mondo diverso da quello dei nostri antenati. Si muore meno in giovane età, molte malattie sono state sconfitte, i grandi predatori si sono estinti, possiamo sapere in tempo reale ciò che accade in terre lontanissime. Allo stesso tempo, il pianeta è più inquinato perché non ci importa della natura se non quando la dobbiamo sfruttare. La società capitalista ha fornito un enorme benessere materiale a una parte della popolazione, ma ha anche creato bisogni immaginari, ansia, stress ed insicurezze.

Forse, per rispondere al disagio contemporaneo, possiamo recuperare qualcosa dalle nostre origini perdute.

La natura esercita ancora un richiamo irresistibile. Perché non assecondarlo? È tempo di sondare la nostra natura e quella fuori di noi. Guardiamoci all’interno per chiederci di quali misteriose sostanze è fatto l’Umano.

IO SONO UN ANIMALE

A differenza nostra, gli animali interagiscono con l’ambiente naturale secondo un principio di armonia. La natura fornisce agli animali le risorse per vivere e loro restituiscono alla natura ciò che le serve per prosperare.

Gli esseri umani, invece, si sono tolti dal ciclo della vita, sprecando risorse e creando rifiuti che non possono essere riassorbiti velocemente. Abbiamo perso il principio di armonia, eppure ci restano dei frammenti che provano il nostro legame con la Madre Terra: stare nella natura, o anche solo semplicemente osservare un quadro a tema naturale, ci procura benessere.

Marcella Danon elenca tutti i benefici dello stare nel verde. Essi sono:

  • fisici: ad esempio, scarichiamo le tensioni
  • emotivi: verde e azzurro sono colori rilassanti
  • mentali: la natura ci permette di spostare il punto di vista dai problemi contingenti e offre spunti innovativi
  • spirituali: entriamo in contatto con l’assoluto

In realtà, la distinzione noi/loro tra umani ed animali non è propriamente giusta. Darwin ci ha insegnato che deriviamo dalle scimmie, eppure non abbiamo smesso di crederci superiori alle altre creature della Terra. I media parlano di bestie e branchi nella cronaca nera, insinuando che violenza sia il comportamento tipico di un animale, e non un tratto umano. Gli animali, in realtà, sono capaci anche di vissuti e comportamenti molto teneri. Sapevate che le mucche scelgono una migliore amica nella loro specie? Oppure che le orche piangono di fronte a un lutto? E così noi, come gli animali, siamo capaci di violenza.

Certo, gli umani possiedono una capacità di ragionamento incredibilmente complessa, ma tutta la nostra materia grigia a volte ci mette i bastoni tra le ruote. Non siamo più, come i nostri antenati e gli animali, assorbiti dal presente. L’idea corrente è che dobbiamo elevarci dalla posizione di animale, mettere in un cassetto gli istinti e i bisogni primordiali del corpo e dimenticarceli, tanto che ci sono persone che non si rendono più conto se hanno fame o se sono stanche, continuando imperterrite a fare (male) quello che stanno facendo. Se non si ha più una connessione con ciò che il nostro corpo necessita, come si fa a provare benessere?

Wayne Dyer, nel libro Te stesso al 100%, sostiene che il primo pilastro per costruire una vita felice sia onorare i propri bisogni fisiologici, ovvero quelli che condividiamo con gli animali. Non è un caso che Maslow inserisca questo tipo di bisogni alla base della sua piramide: se tali bisogni non sono soddisfatti, è difficile esperire bisogni superiori come l’appartenenza o l’autorealizzazione.

Andiamo a caccia, dormiamo, copuliamo, annusiamo, combattiamo, ci puliamo, facciamo il nido, corriamo, defechiamo, oriniamo, corriamo, lecchiamo, succhiamo, cerchiamo i posti in ombra se c’è troppo sole. In effetti facciamo tutto ciò che fanno gli animali.

Wayne Dyer

I comportamenti legati ai bisogni fisiologici causano repulsione negli umani. Non se ne può parlare in pubblico e bisogna vergognarsene anche nel privato. Tutto è vigilato da norme invisibili che abbiamo introiettato nel corso dei secoli.

Il corpo è diventato una massa di carne da modellare in base ai dettami della società. Abbiamo l’idea di come sia un corpo accettabile e stiliamo mentalmente l’elenco dei difetti del nostro: troppo magro, troppo grasso, troppo mingherlino, troppo flaccido. Invece di vederlo dentro e fuori come lo strumento perfetto che ci permette di vivere e camminare sulla Terra. Ogni caratteristica corporea, poi, i cosiddetti difetti, sono i segni che ci distinguono dagli altri individui, il riflesso della nostra unicità interiore.

Wayne Dyer individua nove categorie di bisogni corporei.

Funzioni corporali: orinare, defecare, mestruare, sudare. Sono le funzioni più “imbarazzanti”, ma importantissimi nel ciclo del nostro corpo. Espellere, infatti, significa ripulire l’organismo. Purtroppo, la narrazione dell’industria è tutt’altra. La pubblicità, infatti,

Ha tutto l’interesse a vendervi qualsiasi immaginabile tipo di vergogna e di senso di colpa circa le vostre caratteristiche animali, in modo da riuscire poi a vendervi un prodotto che vi permetta di sbarazzarvi di quelle caratteristiche. Ultimamente la parola «naturale» è diventata un vero e proprio affare e il trucco consiste proprio nel convincere la gente che sono necessari un centinaio di prodotti chimici per poter «acquistare un aspetto naturale» (eliminazione di puzze, o altro), «per essere voi stessi» e così via.

Wayne Dyer

Qualche anno fa non si poteva parlare facilmente delle mestruazioni. Di fronte ai crampi mestruali, molte si saranno chieste “Perché devo soffrire? Non è giusto.” Purtroppo, non ho mai trovato la risposta a questa domanda.

Guardiamo l’altro lato della medaglia, scoprendo la bellezza delle mestruazioni. Esse sono legate al ciclo della Luna e chi lo sperimenta è custode di un rituale naturale antico. Il ciclo non è solo il momento in cui sanguiniamo, bensì è sempre in atto nel nostro corpo in maniera invisibile. Nel momento in cui abbiamo le mestruazioni, è giunta la fase del mese in cui richiuderci come un fiore e prenderci cura di noi stesse. Se scopriamo nuovi punti di vista da cui guardare qualcosa, potrebbe nascere una nuova narrazione.

Mangiare: le diete e i prodotti per dimagrire vanno sempre di moda. Prima ci abbuffiamo e poi andiamo a stecchetto perché ci sentiamo in colpa. Fortunatamente, negli ultimi anni sta prendendo piede l’idea di una nutrizione consapevole, volta all’ascolto dei segnali dell’apparato digerente. Se sento i segnali della fame, mi servo di piccole porzioni e mangio lentamente, assaporando ogni boccone, finché non sentirò la sazietà. Se non sento i segnali della fame, postpongo il pranzo.

Il corpo non sopporta di essere supernutrito e ve lo dirà in molti modi diversi. Se gli date troppo cibo, il vostro corpo reagirà con dolori di pancia, indigestioni, crampi, sbuffi quando salite le scale, con gonfiori e adipe.

Wayne Dyer

Ciò vale anche per un’astinenza prolungata, ignorando i crampi della fame. Mangiare in modo sano e con le porzioni giuste ha un effetto positivo sulla nostra energia quotidiana. Si tratta di un approccio che non cambia la dieta, ma suggerisce un allineamento tra bisogni fisiologici e cibo.

Ci sono anche casi in cui è difficile controllare la propria alimentazione, sia in termini di abbuffate che di riduzione di cibo, e l’atto del mangiare è connesso a una forte sofferenza psicologica. Sono situazioni particolari dove non bisognerebbe sentirsi in colpa se la condotta sfugge alla nostra volontà. Per affrontare questi disturbi, possiamo rivolgerci a uno specialista della salute mentale.

Bere: segue le stesse dinamiche del cibo. Rispettare il nostro corpo e coccolarlo significa dargli da bere quando la lingua grida “ho sete!”. Ma si potrebbe anche fare una parentesi su determinate bevande e sul loro essere salutari. Per quanto riguarda l’alcool, vi siete mai chiesti se lo volete bere davvero o alzate il bicchiere perché vi trovate in un contesto sociale che ve lo sta imponendo?

Respirare: tra le necessità del nostro corpo, respirare è quella che diamo più per scontata, eppure lo facciamo costantemente! Senza il respiro, moriremmo. È un atto che connette l’interno e l’esterno in scambi ritmici. Imparare a regolare il respiro è molto utile perché aiuta a influenzare il nostro stato emotivo. Se siamo agitati, possiamo fare dei respiri lunghi e profondi e in questo modo riporteremo il corpo a una maggiore tranquillità, distendendo la mente. Respirare è la base della meditazione: direzionando l’attenzione sul respiro, accediamo al qui e ora. Il presente è il tempo in cui esistiamo nella nostra forma più autentica, liberi da qualsiasi giudizio o paura.

Dormire e riposare: Marcella Danon, nel libro Il potere del riposo, elenca numerosi benefici studiati del riposo notturno e diurno. Dormire allunga la vita, mantiene in buona salute, aiuta a tenere alto il tono dell’umore, potenzia l’attenzione, regolarizza le funzioni ormonali, aiuta a gestire lo stress e favorisce lucidità di pensiero.

Quando dormiamo, riposiamo, passeggiamo lentamente, leggiamo tranquilli o contempliamo un paesaggio, l’attività cerebrale intensifica invece la sua attività. Il cervello, ben lungi dallo starsene con le mani in mano, si mette a fare le pulizie.

Marcella Danon

Non solo. Il riposino pomeridiano aumenterebbe la creatività del 40 per cento secondo i medici della National Sleep Foundation.

Guarire: Avere fiducia nel corpo e nella sua capacità di guarigione. Quando il corpo è malato, rallentiamo e prendiamocene cura.

Movimento e al Gioco: Da piccoli facciamo qualsiasi tipo di gioco, specie quelli in movimento. Corriamo, ci inseguiamo, andiamo in bicicletta, saltiamo la corda.

I bambini corrono, si arrampicano, lottano, finché ne sentono il bisogno. Quando sentono di aver voglia di fare le stesse cose, le rifanno. Ma poi cosa succede? Ecco che il bambino «cresce», si trova un bel lavoro dalle otto alle cinque, si siede dritto a una scrivania, o comunque ripete per tutta la giornata le stesse azioni, ed ecco che improvvisamente è troppo impegnato, o troppo stanco, per fare del movimento, o per giocare.

Wayne Dyer

Da adulti facciamo attività fisica in palestra e forse ci piace, forse lo facciamo di malavoglia. Il movimento è inquinato da un bisogno insinuato dall’esterno, quella di apparire magri o “in forma”, e non tanto per una necessità del corpo, per il piacere di utilizzare tutti i muscoli che abbiamo a disposizione e renderci forti. Diventa un’attività da subire per chi non ama particolarmente muoversi, così come il gioco diventa un’attività stupida. Peccato che in questo modo escludiamo molto divertimento dalla nostra vita.

Il gioco è connesso alla creatività. Il gioco ci permette di ritagliarci un momento di riposo in cui facciamo correre la fantasia e ci rilassiamo, facendo qualcosa solo per piacere nostro, anche se è apparentemente senza scopo. Anche gli adulti hanno bisogno di spazi di gioco.

Piacere sessuale: può essere più o meno forte in una persona o in una fase della vita. Ad ogni modo, il piacere sessuale è un canale meraviglioso di conoscenza del proprio corpo. Può essere coltivato da soli o con un’altra persona, pertanto apre anche la presenza all’altro e ai suoi desideri in una profonda connessione. Ma il sesso può anche essere molto terreno e non dovrebbe conoscere barriere, a parte il consenso.

Camminare, viaggiare, esplorare:

Considerate l’intera storia dell’evoluzione della vita su questo pianeta. È una lunga, ininterrotta storia di cose vive in movimento: esseri che si avventurano al di fuori del proprio ambiente, che lo esplorano, che si adattano, per poi spostarsi ancora.

Wayne Dyer

Il bello dell’esplorare è che si può sperimentare su qualsiasi scala. Basta semplicemente cambiare strada rispetto al solito tragitto, curiosare negli angoli della città, entrare in una chiesa vicina, salire su una collina per vedere un paesaggio. Con spontaneità, facendoci guidare dall’istinto. Il territorio è nostro, è a disposizione per essere varcato. Ciò vuol dire anche viaggiare in paesi lontani, recettivi verso nuove sfide personali e stimoli dell’ambiente. Esplorare comporta una conoscenza preziosa, nuove opportunità e punti di vista originali.

L’UMANO PIU’ A CONTATTO CON L’ANIMALE: IL BAMBINO

A differenza degli adulti, i bambini vivono facilmente nel presente e sperimentano la realtà con tutti i sensi. Mettete un bambino nel bosco e sarà incantato da ciò che trova per terra, scaverà, guarderà nei buchi, si costruirà collane o anelli o spade con ciò che trova, mettendo in atto la sua fantasia.

Anche se quell’età è finita, ciò non significa che non possiamo ricongiungerci con quella parte, perché essa vive ancora dentro di noi.

Dentro di noi si nasconde un bambino meraviglioso a cui piacerebbe moltissimo fare capriole nell’erba, senza preoccuparsi di sporcarsi i vestiti, né di quello che penserebbero gli altri.

Wayne Dyer

Lasciamo da parte le regole ogni tanto e rilassiamoci. Chi ci dovrebbe giudicare? E cosa ci guadagnerebbe nel farlo?

Guardate una distesa verde oppure la vastità del cielo e registrate le sensazioni che provate. La sintonia con la natura ci permette di tornare ad essere “buoni animali”, dove la parte razionale e quella istintiva lavorano per lo stesso obiettivo in armonia.

Più strati di condizionamento togliete, più idee vi verranno per coltivare questo legame. Create un quaderno della natura in cui collezionare foglie, ghiande, fiori caduti a terra, giocate con i colori, cercate fotografie di bei paesaggi. Magari siete persone che preferiscono andare a un parco avventura o ballare nel bosco, o amate meditare focalizzandovi sul respiro. Tutto è valido quando cercate una via soggettiva per celebrare la vostra presenza sulla Terra.

I RITMI DELLA NATURA

Gli animali dormono e si svegliano, si procurano il cibo e si accoppiano seguendo dei ritmi antichi. Anche noi avevamo un ritmo nella società pre-industriale e pre-digitale, come fa notare Marcella Danon.

Purtroppo, nella società contemporanea, la tecnologia ha velocizzato i nostri tempi. Chi agisce in maniera efficiente, produttiva e veloce è lodato, ma noi non siamo macchine e lo stress dilaga sovrano di conseguenza. Pertanto, è importante garantirsi degli spazi in cui rallentare e ricaricarsi. Anche in questo caso, affidiamoci al nostro corpo, esso sa come vuole essere trattato. Attiviamo la consapevolezza per capire quale è il ritmo adatto a noi.

La nostra vita è costantemente scandita dall’orologio: ventiquattro ore, sessanta minuti, sessanta secondi. E se per una volta ce ne dimenticassimo e guardassimo il sole per orientarci? Niente più regole stabilite, niente più corse, solo per una giornata.

In origine, la nostra vita era influenzata dai cicli esterni, il giorno e la notte, oltre che dalle stagioni.

La Danon legge le stagioni come metafore della vita. La primavera diventa l’esplosione dell’energia vitale, che raggiunge la sua maturità e pienezza con l’estate, la stagione dell’agire. Il ciclo discende nell’autunno.

L’autunno è la stagione in cui la bellezza in cui, dopo essersi spesa nel produrre, la vita si sofferma sugli ultimi raccolti e arricchisce di colori e fascino la sua creazione, rallentando i ritmi, riportando l’attenzione dolcemente verso l’interno per prepararsi alla stagione del riposo.

Marcella Danon

Per ultimo, parla del contemplativo inverno, la fase in cui si dà maggiore importanza alla ricerca interiore, mentre l’agire sul piano esteriore tende a riposare.

Ancora oggi, le nostre cellule ricordano il ritmo primordiale. La natura si rivela maestra, perché tutto ciò che popola la Terra è stato creato con una funzione in un vasto quadro universale. Si tratta di un gioco di equilibri. Invece di continuare a generare caos e distruzione in questo equilibrio, come umani, guardiamo la natura che ci circonda in ogni stagione, scopriamo che cosa fanno i diversi animali…potremmo trarre qualche spunto per la nostra vita.

ESERCIZI PER COLTIVARE L’ANIMALITA’

Concludo con qualche stimolo utile per connettersi maggiormente alla natura…anche se potrebbero essere infiniti.

  • guardare negli occhi un animale
  • pensare a come vedono la realtà gli animali. Quali colori vedono? Hanno una buona o cattiva vista? Che cosa vedono dal loro punto di vista? Quali cose sembrano enormi o piccole?
  • bagnare i piedi sulla spiaggia, sentire la sabbia tra le dita
  • raccogliere foglie e fiori e decorare casa
  • comprare delle piante e prendercene cura
  • conoscere antiche tradizioni del territorio agreste, farsele raccontare
  • guardare il proprio corpo nudo senza giudicare, capire quali sono i tratti che ci rendono noi, non avere paura della nudità
  • capire se stiamo comodi con gli abiti che abbiamo: scarpe comode, reggiseni comodi (o decidere di stare senza), jeans non particolarmente fascianti o cadenti, evitare camicie strette
  • realizzare colori naturali e usarli per dipingere
  • non perdere la testa se macchiamo un vestito
  • stare a piedi nudi
  • cambiare l’aria in casa ogni giorno
  • ritagliarsi dei momenti per stare all’aperto in una zona verde o fare un’escursione
  • imitare il suono degli uccelli

Grazie per la lettura, ora la parola spetta a voi! Vi sentite connessi alla vostra parte animale? Avete qualche spunto da offrire in merito?

BIBLIOGRAFIA

Wayne Dyer, Te stesso al 100%, Biblioteca Universale Rizzoli

Marcella Danon, Il potere del riposo, Feltrinelli Editore

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Pubblicato da Marianne Romani

Genovese, ma dal cuore metà danese e metà italiano. Fin da bambina, le narrazioni sono state la mia passione. Nel 2021 ho pubblicato la mia prima raccolta di poesie, “Sul ciglio di un desiderio”. Oltre alla scrittura, mi dedico alla sostenibilità, impegnandomi a diffondere una cultura di gentilezza e rispetto verso la natura.