
Gli attivisti di Ultima Generazione lasciano momentaneamente vernice e strade per presentare un libro di testimonianze.
Giovedì 16 gennaio si è tenuta la presentazione del libro Ultima Generazione. Disobbedienza civile e resistenza climatica alla Feltrinelli di Genova, in via Ceccardi. Il movimento ha sfruttato l’occasione per raccontarsi e parlare delle motivazioni che lo spinge ad agire. I relatori dell’incontro erano due attivisti del gruppo di Genova, Giuliana e Pietro.
La presentazione si è tenuta nella saletta conferenze davanti a un piccolo pubblico. In realtà, il libro è stato il punto di partenza e la connessione tra relatori e pubblico ha trasformato l’incontro in una conversazione sull’azione in merito alla crisi climatica.
Vi racconto qualcosa su Giuliana e Pietro perché mi sembra interessante.
Giuliana è una ex maestra in pensione che, da quando è diventata nonna, ha iniziato a preoccuparsi per il futuro dei suoi nipotini. Ha paura che il futuro sarà molto difficile per loro a causa della crisi climatica. Da quando è entrata in Ultima Generazione, dice di provare maggiore pace e ha iniziato a credere nel cambiamento. Tra le realtà ambientaliste, Ultima Generazione, con le sue azioni decise (e dibattute), è stata quella che le ha trasmesso di più un senso di speranza. Giuliana ribadisce che le azioni di Ultima Generazione sono di natura nonviolenta, ma restano azioni forti perché devono attirare l’attenzione sui problemi ambientali.
Parlando del libro su Ultima Generazione, Giuliana legge le parole di Pedro. Pedro è un contadino di 60 anni, entrato in Ultima Generazione perché toccato dal “dolore per il mondo in rovina” e che desidera “piantare semi per le generazioni future”. Questa storia, insieme alla stessa testimonianza di Giuliana, dimostra che gli attivisti di Ultima Generazione non sono solo giovani.
Pietro ha 33 anni e ha creato il gruppo di Genova mosso dall’ansia per la distruzione ambientale. Ha studiato per diventare un tecnico della prevenzione e lavora nell’ambito della sicurezza. Anche quando era l’unico membro del gruppo locale, si è dato da fare con passione.
Le storie diverse di Pietro e Giuliana si intrecciano nella stessa speranza. Paura e speranza sono due facce della stessa medaglia nelle parole dei due attivisti. La paura nasce pensando alle conseguenze dei cambiamenti climatici e può generare nelle persone evitamento verso questo tema. Dall’altra parte, gli attivisti sono convinti che l’azione apra le porte della speranza.
Più che il negazionismo, dice Pietro, ciò che pesa è il silenzio di una grande maggioranza. Non c’è una presa di posizione forte in merito ad azioni tempestive per fronteggiare la crisi climatica, così come molti non votano e aspettano che qualcuno si faccia avanti. Gli attivisti di Ultima Generazione vogliono esporsi, lo hanno sempre fatto, affrontando le conseguenze delle loro modalità (e qui Giuliana ci mostra le foto degli arresti presenti nel libro).
Come intendono agire dunque? Il gruppo di Genova è molto attivo nel creare reti con altre realtà locali. Credono nel potere della collaborazione per moltiplicare i risultati. Al centro del loro pensiero c’è la cura delle generazioni future, con la creazione di risultati che si vedranno quando ormai gli attivisti non ci saranno più per celebrarli.
L’evento ha compreso molti interventi da parte del pubblico, complice l’atmosfera intima. Dice una persona intervenuta: “Il pianeta si salva, siamo noi che non ci salviamo”, facendo riferimento ai cambiamenti climatici. C’è chi è preoccupato dalla crescente diseguaglianza tra ricchi e poveri, chi puntualizza l’importanza della convergenza tra tematiche ambientali e sociali, chi è scoraggiato dall’importanza della guerra rispetto all’ambiente nella politica mondiale. È stata un’occasione per confrontarsi in merito a una delle questioni più attuali dei nostri tempi.
A seguire, riporto la sinossi del libro Ultima Generazione. Disobbedienza civile e resistenza climatica:
Questo libro è un viaggio all’interno di Ultima Generazione e raccoglie le testimonianze personali di coloro che hanno scelto di abbandonare l’impotenza e di votarsi a una causa comune: la lotta alla crisi climatica. Attraverso le loro voci, scopriamo le motivazioni che spingono persone comuni a riflettere sul proprio ruolo nell’ecosistema globale e a decidere di compiere azioni di protesta nonviolente, a rischiare denunce e ritorsioni al solo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere una reazione politica efficace da parte dei governi mondiali. Le esperienze raccontate ci restituiscono la necessità di un impegno collettivo e costituiscono un manifesto che ci interpella e ci spinge a partecipare attivamente alla difesa del nostro pianeta.
SE TI È PIACIUTO L’ARTICOLO, LEGGI ANCHE: